Discoteche ancora chiuse, Cerri: “Noi, figli di un Dio minore”“L’unica categoria che ha ricevuto questo trattamento ‘speciale’ con mancanza di attenzione, di sostegni, di aiuti economici, di prospettive di ripartenza certe sono state le discoteche. Ciò nonostante abbiamo dato prova di essere una categoria imprenditoriale che rispetta le leggi, aperta al dialogo con le Istituzioni e la politica, e che con dignità e sofferenza ha subito i vari lockdown, il secondo quello del 16 agosto 2020, senza alcun preavviso e con ingentissimi danni (contratti sottoscritti e anticipi da pagare)”. Così il presidente del Silb-Fipe Lucca e Massa Carrara, Emiliano Cerri, sulle discoteche ancora chiuse.“Abbiamo lavorato da ottobre giorno e notte per elaborare un protocollo scientifico sottoscritto da tre professori universitari di fama nazionale ed internazionale (Antonio Locascio, Pierluigi Lopalco e Matteo Bassetti) che potesse scongiurare qualsiasi rischio con la creazione di aree Covid free nei locali. Abbiamo elaborato- sottolinea Cerri - due ipotesi di test pilota a Milano e a Gallipoli, approvati rispettivamente dal sindaco Sala e dal Presidente Emiliano e inviati il 27 maggio al Ministro Speranza per la relativa approvazione senza peraltro ricevere nessun riscontro”.“Abbiamo riscritto – continua il Presidente del Silb-Fipe - il protocollo di sicurezza adattandolo al Green Pass, anche per essere modello di riferimento per altre attività. Abbiamo avuto il parere favorevole dal Generale Figliuolo per vaccinare davanti ai nostri locali gratuitamente e a nostre spese ogni under 30. Abbiamo stretto i denti per tutto quest’inverno, senza intascare un solo euro, nella attesa che l’estate portasse certezze e ripresa delle attività e di condizioni migliori.”“La gran parte della politica trasversalmente ha apprezzato le nostre iniziative, ma questo non è valso a nulla. E il pregiudizio e il disinteresse totali nei nostri confronti non hanno portato né all’ascolto, né ad un incontro ignorando la disperazione degli oltre 3mila imprenditori e dei 100mila lavoratori dipendenti che contribuiscono al divertimento nei luoghi di vacanza e nelle città. E questo mentre in altri luoghi si balla illegalmente. Facciamo – conclude Cerri - l’ultimo appello al Governo e alla politica: fateci aprire o sarete responsabili della distruzione di un intero settore”.