Home Negozi al lavoro anche in zona rossa, ma solo a numero chiuso e su prenotazione: la proposta di Confcommercio e Federmoda

Negozi al lavoro anche in zona rossa, ma solo a numero chiuso e su prenotazione: la proposta di Confcommercio e Federmoda


Negozi aperti a numero chiuso e solo dietro richiesta di appuntamento da parte della clientela.

E’ questa la richiesta che Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara lancia attraverso il suo sindacato Federmoda, per consentire da subito di riprendere a lavorare a tutte le attività attualmente impossibilitate a farlo (quindi non solo quelle del settore moda) a causa delle restrizioni della “zona rossa”.

L’associazione già la scorsa settimana ha sottoposto la sua idea a tutti i sindaci delle due province con una lettera via pec, raccogliendo diversi pareri favorevoli.

“Il perdurare delle restrizioni dovute alla zona rossa – affermano il vicepresidente vicario di Confcommercio Piero Bertolani e il presidente idi Federmoda Federico Lanza - e le previsioni di un suo mantenimento a tempo indeterminato stanno mettendo in ginocchio centinaia di attività commerciali della città. Siamo quindi a fare una proposta per alleviare queste problematiche, tenendo ovviamente conto dell’emergenza sanitaria in atto che impone il contenimento dei contagi. Per i negozi al momento chiusi si potrebbe prevedere la possibilità di servire la clientela in numero contingentato secondo le dimensioni dell’attività, esclusivamente dietro appuntamento, via e - mail o Whatsapp, o in altri modi “tracciabili” a scelta del titolare”. “

Sarebbe una specie di servizio da asporto – proseguono Bertolani e Lanza - analogamente a quanto accade per il settore della somministrazione. Il negozio rimane chiuso all’esterno, con apertura solo in funzione dell’accoglienza dei clienti prenotati. Riteniamo questa modalità rispettosa del momento storico particolare, anche in considerazione del fatto che le attività commerciali da mesi si sono adeguate ai più rigidi protocolli anticontagio e sono quindi presidi assolutamente sicuri, a differenza di quanto accade ad esempio nei centri della grande distribuzione”.

“Per questa ragione – concludono il vicepresidente vicario di Confcommercio e il presidente di Federmoda – chiediamo ai sindaci dei nostri territori di aiutarci nel sostenere questa proposta, che potrebbe essere “pilota” rispetto ad altre realtà, e di aiutarci a farcene portavoce con la Prefettura ai fini di una sua sua adozione in tempi molto rapidi”.