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Nuovo piano della mobilità del Comune di Lucca, Confcommercio e Commissione dicono "no"

Si sono svolte in questa settimana due riunioni organizzate da Confcommercio e dalla sua Commissione Città di Lucca, la prima delle quali con i commercianti della zona nord e l’altra con quelli della zona ovest. Tema portante di queste due assemblee, la discussione in merito al piano della mobilità a cui sta lavorando l’amministrazione comunale, anche alla luce di alcuni importanti – e negative – novità emerse nei giorni scorsi a mezzo stampa e sulle quali l’associazione di Palazzo Sani aveva già avuto modo di esprimere le proprie perplessità.

Filo conduttore delle riunioni è stata dunque la grande preoccupazione dei commercianti per le gravi ricadute che questo piano, nella sua stesura attuale, avrebbe per le due zone in questione dal punto di vista dell’accessibilità, a causa dell’introduzione di due nuovi varchi telematici e dell’estensione dell’area pedonale.

Preoccupazioni, quelle dei commercianti, che vengono accresciute anche dal fatto di non essere stati dotati di tuta la documentazione esistente su questo tema: alle associazioni di categoria, infatti, sono state inviate 33 tavole tecniche – le stesse presentate durante un incontro pubblico dello scorso 4 luglio all’Agorà - chiedendo loro di presentare entro il prossimo 7 settembre le proprie osservazioni.

Confcommercio e Commissione hanno però avuto modo di apprendere nel frattempo come il piano della mobilità sia composto in realtà da 49 tavole tecniche, 16 delle quali – dunque – non sono state mostrate alle associazioni di categoria, mentre circolano all’interno delle commissioni consiliari di riferimento. E, cosa ancor più grave, le tavole mancanti sono proprio quelle riguardanti i nuovi varchi telematici che l’amministrazione intende posizionare all’ingresso delle due zone in questione.

“Il nuovo piano della mobilità – affermano Confcommercio e Commissione - nella sua attuale stesura, prevede uno stravolgimento dell’accessibilità al centro storico che non solo non migliorerebbe la già difficile situazione odierna, ma al contrario andrebbe ad aggravarla pesantemente. Come abbiamo già avuto modo di dire nei giorni scorsi, i varchi telematici in questi 8 anni e mezzo di attivazione non hanno portato alcun beneficio, se non nelle casse del Comune sotto forma di multe per i trasgressori. Ma per il resto, la residenza non è aumentata, l’area pedonale non è stata protetta, servizi, funzioni e studi professionali hanno continuato ad andarsene e il tessuto imprenditoriale ha avuto ripercussioni gravissime con chiusure in serie, delocalizzazioni e perdita di centinaia di posti di lavoro”.

“Entrando nello specifico – prosegue la nota – i due nuovi varchi telematici secondo l’amministrazione sarebbero in funzione solo a fasce orarie e non 24 ore su 24 come quelli attuali: quello di Porta Sant’Anna durante l’orario di entrata e uscita dei ragazzi a scuola e quello di Porta Santa Maria in orario serale. Per quanto riguarda quello di Porta Sant’Anna la preoccupazione maggiore è che, in un’area che già oggi si presenta sprovvista di parcheggi a stallo blu numericamente adeguati sia all’interno che all’esterno dell’area – dopo la perdita non rimpiazzata dei parcheggi di piazzale Boccherini cancellati dai lavori della nuova rotatoria, dopo la perdita non rimpiazzata del parcheggio della ex caserma Lorenzini e stante le incertezze sul futuro della ex Manifattura e sull’eventuale parcheggio a piazzale Verdi al posto del terminal bus -, il nuovo varco sarebbe un ulteriore elemento di allontanamento per i non residenti, fermo restando il timore che la sua fascia oraria di funzionamento possa poi essere in futuro variata ed estesa”.

“Riguardo a Porta Santa Maria – termina la nota – il nuovo varco viene introdotto invece apertamente, scritto nero su bianco sul progetto, per limitare gli accessi delle auto di coloro che si recano nei locali notturni della zona. Viene dunque sancita dall’amministrazione, senza possibilità di equivoco, la volontà di creare un ostacolo all’attività di questi locali; un elemento, questo, che da parte nostra non possiamo ovviamente accettare in alcun modo, anche perché questa operazione danneggerebbe anche le altre attività della zona nord”. I referenti delle aree interessate si riservano poi di ritornare a beve sulla questione, con approfondimenti specifici legati alla rispettiva zona di appartenenza.