Home I rifiuti calano, la differenziata aumenta, ma nelle province di Lucca e Massa Carrara la Tari è alle stelle

I rifiuti calano, la differenziata aumenta, ma nelle province di Lucca e Massa Carrara la Tari è alle stelle

La quantità di rifiuti prodotti cala, la raccolta differenziata (i cui costi di smaltimento sono inferiori rispetto all’indifferenziata) aumenta, ma le tariffe della Tari continuano a salire, con incremento pari a circa il 70 per cento rispetto ad appena 7 anni fa. A svelarlo è una articolata indagine condotta dall’Osservatorio nazionale delle tasse locali di Confcommercio, che svela come la Toscana sia una delle regioni dalla tassazione ben superiore alla media italiana e le province di Lucca e Massa Carrara – all’interno della tabelle regionali – siano due dei territori che registrano parametri superiori alla media nazionale per quasi tutte le voci prese in esame.

Qualche dato concreto, per illustrare meglio la questione: per bar, caffè e pasticcerie la media nazionale di spesa per un esercente è pari a 10,68 euro per metro quadrato di superficie, mentre in provincia di Lucca sale a 16,31 euro, poco più del doppio.

Per la categoria che comprende ristoranti, pizzerie e pub la media nazionale è di 13,72 euro per metro quadrato, che in provincia di Lucca sale a 22,51 euro, circa il 60 per cento in più.

E ancora: per i negozi di abbigliamento, calzature e librerie la media nazionale è di 4,09 euro per metro quadrato, che in provincia di Lucca sale a 5,60 euro.

Per gli alberghi senza ristorante, la media nazionale è di 3,64 euro a metro quadrato, che in provincia di Lucca sale a 4,21 euro, mentre per gli alberghi con ristorante la media è di 4,73 euro, che sale a 5,53 euro in provincia di Lucca.

Per le macellerie e i negozi di generi alimentari la media nazionale è di 6,93 euro per metro quadrato, che in provincia di Lucca sale a 10,72 euro.

Per i negozi di ortofrutta la media nazionale è di 15,05 euro per metro quadrato, che in provincia di Lucca sale a 19,39 euro.

Per gli stabilimenti balneari, infine, la media nazionale è di 2,16 euro a metro quadrato, che in Versilia sale a 3,07 euro.

Spostandoci a Massa Carrara invece, per bar, caffè e pasticcerie la media nazionale di spesa per un esercente è pari a 10,68 euro per metro quadrato di superficie, mentre in provincia di Massa Carrara sale a 18,40 euro, oltre il 70 per cento in più.

Per la categoria che comprende ristoranti, pizzerie e pub la media nazionale è di 13,72 euro per metro quadrato, che in provincia di Massa Carrara sale a 18,40 euro.

E ancora: per i negozi di abbigliamento, calzature e librerie la media nazionale è di 4,09 euro per metro quadrato, che in provincia di Massa Carrara sale a 5,19 euro.

Per gli alberghi senza ristorante, la media nazionale è di 3,64 euro a metro quadrato, che in provincia di Massa Carrara sale a 4,77 euro, mentre per gli alberghi con ristorante la media è di 4,73 euro, che sale a 6,33 euro in provincia.

Per le macellerie e i negozi di generi alimentari la media nazionale è di 6,93 euro per metro quadrato, che in provincia di Massa Carrara sale a 9,95 euro. Per i negozi di ortofrutta la media nazionale è di 15,05 euro per metro quadrato, che in provincia di Massa Carrara sale a 17,98 euro.

Per gli stabilimenti balneari, infine, la media nazionale è di 2,16 euro a metro quadrato, che sulla costa apuana sale a 2,85 euro.

“I dati dell’Osservatorio – commenta Confcommercio – sono la conferma di quanto le nostre imprese, e i casi delle province di Lucca e Massa Carrara sono molto eloquenti, siano penalizzate da costi dei servizi pubblici che continuano a crescere in modo ingiustificato. Bisogna, dunque, applicare con più rigore il criterio dei fabbisogni e dei costi standard nel quadro di un maggiore coordinamento tra i vari livelli istituzionali, ma soprattutto è sempre più urgente una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni. In due parole, meno costi e meno burocrazia per liberare le imprese dal peso delle inefficienze locali di gestione”.